Ora mi ricordo di quanto ho sempre odiato l’estate. Mi ricordo di quelle giornate lunghe,umide e solitarie. Mi svegliavo più o meno alla stessa ora, più o meno tardi. La casa era vuota, andavo in cucina e mi preparavo una colazione lunga e ordinata. Apparecchiavo con cura, tovaglietta, latte o the e quel poco che offriva la dispensa,le merendine di oggi erano un’utopia. Mangiavo in silenzio, poi accendevo la radio, RDS. La voce di Anna Pettinelli mi teneva compagnia;le altre stazioni non prendevano.La TV non c’era. Poi andavo in bagno a lavarmi, non sempre c’era l’acqua corrente.Spesso d’estate dovevamo usarla con parsimonia e molto spesso andare a riempire i bidoni alla fontana pubblica per potersi dare una rinfrescata o anche semplicemente per tirare lo sciacquone. Giù al paese gli impianti di irrigazione funzionavano tutto il giorno per tenere i prati verdi per lusingare gli occhi dei turisti in Ferrari.Era più dura per chi come noi non poteva neanche permettersi una cisterna per la raccolta dell’acqua da usare nei casi di emergenza. Mi lavavo con calma, tutte le azioni erano con calma, la giornata era lunga, così lunga che non avevo fretta di fare le cose. Il caldo era asfissiante, non c’era né l’aria condizionata né tantomeno un semplice ventilatore, almeno per muovere un po’ l’aria. Stare in mutande non serviva, veniva da togliersi la pelle.Poi mi mettevo a leggere, a scrivere, rassettare un po’, tutto in estremo silenzio. Se ci ripenso mi viene un senso d’angoscia assoluto. Si avvicinava l’ora di pranzo e iniziavo a prepararlo per tutti, un po’ di pasta, sempre quella, al pomodoro. Un po’ di insalata e di anguria. Frugali momenti di freschezza. Queste erano le mie estati aspettando che iniziasse la scuola a Settembre per vedere un coetaneo con cui parlare. Odiavo l’estate e la odio adesso, stagione piena di calde aspettative disattese.